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BRIAN DE PALMA - 1 ° Parte

L'artigiano delle immagini

BRIAN DE PALMA - 1 ° Parte

protagonisti Cineasti

data: 11/09/1940, Newark, New Jersey

"Mi piace soprattutto prendere il pubblico alla sprovvista"

Pur ispirandosi spudoratamente al mago del brivido Alfred Hitchcock, Brian De Palma (USA, 1940) si è ormai inserito prepotentemente nella cinematografia contemporanea costruendosi sapientemente quello stile «alla De Palma» che lo scosta anni luce da quello che fu il suo ispiratore prediletto.
Nella già interminabile filmografia ha affrontato in maniera sapiente diverse tematiche dirigendo, manco a dirlo, i migliori attori che Hollywood ha espresso. Interessatosi giovanissimo al teatro e al cinema, ha rinunciato alla carriera di fisico (ha vinto un premio in cibernetica). Il suo primo lungometraggio "Oggi sposi", è un bizzarro film in bianco e nero pieno di sperimentazioni tecniche. Dopo aver lavorato come documentarista il secondo lavoro, "Delitto à la Mod", è il suo primo thriller di stampo hitchocchiano.
Si rivela però al mondo della celluloide con il terzo lavoro: "Ciao America!", Orso d'Argento al festival di Berlino, per: "L'allegro anticonformismo e per l'inappuntabile lavoro di gruppo dei suoi attori e del suo regista". Per il successivo "Dioniso nel '69", De Palma utilizza e perfeziona come nessun cineasta fino ad allora, la tecnica dello «split-screen» (una sorta di montaggio contemporaneo di due scene nella stessa inquadratura, in pratica lo schermo diviso in due finestre con l'azione descritta contemporaneamente da angolazioni diverse). Dopo "Hi, Mom!" (seguito ideale di "Ciao America!") anch'esso del '69, è la volta di "Impara a conoscere il tuo coniglio", una commedia sul sistema cinematografico, dove compare Orson Welles come attore, pellicola putroppo travagliata da enormi problemi di produzione.
Dunque, Alfred Hitchcock è stato il suo primo grande amore e per "Le due sorelle" e "Complesso di colpa", De Palma ha girato ben confezionate imitazioni, lasciando intendere comunque una classe, che è prepotentemente emersa con "Il fantasma del palcoscenico", Gran Premio al Festival di Avoriaz nel 1975; una pellicola altamente sofisticata, un rock-horror vero cult-movie nel suo genere, unico, in quanto non esisteva precedentemente niente di simile. Con questa opera termina la cosiddetta ispirazione Hitchcocchiana, sostituita da una originale, sofisticata e personale cinematografia, «alla De Palma» appunto, ad identificazione di uno stile unico, tutto dedito alla suspense, con una tecnica filmica stupefacente.
Primo grande successo, "Il fantasma del palcoscenico" si caratterizza inoltre per l'uso dell'obiettivo come parte integrante della narrazione, una disarmante fotografia sempre perfetta e una abilità tecnica dimostrata dietro la macchina da presa, per una regia visionaria e stravolgente da infiniti punti di vista. Da questo momento in poi il pubblico si è abituato a prestazioni viscerali e generose. "Carrie lo sguardo di Satana", da un romanzo di Stephen King, è primo successo al botteghino, ma film mai privo di originalità; una storia horror con finale da brivido. Il successivo "Fury" è una bibbia di perizie tecniche per una storia ricca di emozioni, in definitiva la summa di tutto il lavoro già svolto; per una scena chiave ha usato dieci telecamere diverse con trucchi sempre più sofisticati. Segue "Home movies-vizietti famigliari", una commedia indipendente che De Palma ha girato con la collaborazione registica e produttiva di una quindicina di suoi allievi, un episodio secondario nella carriera.
Il successivo "Vestito per uccidere", è pieno di sequenze da antologia, il maggior successo fino ad allora, grazie soprattutto alla continua crescita artistica a cui il cineasta ci ha abituato, film dopo film. Ancora un giallo di pregevole fattura è il seguente "Blow out", realizzato tutto nel mondo del cinema e più precisamente nel settore del montaggio audio. Nel 1983, con "Scarface", cambia genere passando dal thriller al gangster-movie; una grande produzione su di una sceneggiatura di Oliver Stone, fotografia di John A. Alonzo, musica di Giorgio Moroder e un cast impegnativo pieno di star. Con questa opera De Palma si dimostra regista poliedrico e universale in grado di affrontare qualsiasi tematica. Di nuovo la riconferma quale cineasta di culto è "Omicidio a luci rosse" ancora un thriller quasi per rafforzare e ricordare la sua origine. "Cadaveri & compari", del 1986, è una commedia tendente al grottesco con al solito tantissime stravaganze tecniche.

Segue seconda parte


Di: GABRIELE LA ROVERE

Fonte: Http://bitbar.it/larovere/

Pubblicato il: 27/09/2005 da Gabriele La Rovere

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