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I DIRETTORI DELLA FOTOGRAFIA - Prima parte

Ovvero i registi della luce

I DIRETTORI DELLA FOTOGRAFIA - Prima parte

cinema Fotografia


Di alcune opere straordinarie, non soltanto innovative e rivoluzionarie, ma che nel bene o nel male hanno fatto la storia del cinema, si ricorda solitamente solo il regista; è bene invece ricordare per quanto già detto anche i direttori della fotografia tra i quali segnaliamo gli insigniti con gli Academy Award (Oscar) e le Nominations alla Fotografia. L'Oscar, assegnato ogni anno dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences (Associazione Americana dei Produttori e Cineasti), è l'unico premio che viene assegnato alle singole fasi della lavorazione; le Nominations sono ancora più significative perché attribuite dagli addetti ai lavori cioè, nel caso della fotografia, da direttori della fotografia. Un altro premio importante, e dedicato esclusivamente alla fotografia, è quello assegnato dall'ASC American Society of Cinematographers, la prestigiosa associazione dei direttori della fotografia americani; gli appartenenti ad essa, nei titoli di testa del film, fanno seguire al loro nome la sigla A.S.C. orgogliosi di esserne soci. Nell'elenco che segue ricordiamo che i premi si riferiscono tutti alla direzione fotografica nella sua specificità, mentre sono stati volutamente tralasciati tutti gli altri riconoscimenti; citiamo infine il nome del regista, l'autore del film.

Tra i grandi maestri dell'scuola italiana, frutto dell'esperienza del neorealismo, e non seconda a nessuno, è d'obbligo ricordare almeno i seguenti: Vittorio Storaro con "L'ultimo imperatore" premiato con l'Oscar alla Fotografia, "Ultimo tango a Parigi" e "Il conformista" diretti da Bernardo Bertolucci, "Apocalypse Now" di Francis Ford Coppola e "Reds" di Warren Beatty, entrambi Oscar alla Fotografia e "Dick Tracy" di Warren Beatty, Nomination all'Oscar sempre per la Fotografia. Aldo Graziati conosciuto anche come G.R. Aldo o Aldò, morto prematuramente in un incidente stradale durante le riprese di "Senso" di Luchino Visconti e sostituito alla direzione fotografica da Giuseppe Rotunno e Robert Krasker, ha firmato la fotografia di memorabili lavori tra cui "Umberto D" di Vittorio De Sica e "Othello" di Orson Welles. Giuseppe Rotunno nel 1966 è stato il primo direttore della fotografia non americano ad essere ammesso all'ASC; la stessa associazione gli ha conferito il Premio International alla carriera nel 1999. Delle sue direzioni fotografiche ricordiamo "La città delle donne" e "Amarcord" di Federico Fellini, "All That Jazz-Lo spettacolo continua", Nomination, di Bob Fosse, "La Bibbia" di John Huston, "Il Gattopardo", "Rocco e i suoi fratelli" e "Senso" (insieme a Robert Krasker) di Luchino Visconti. Nel 1987 è tra i primi a lavorare per il formato tv alta definizione HDTV con il film "Julia and Julia". Tonino Delli Colli è autore della fotografia de: "La voce della luna" di Federico Fellini, "Il nome della rosa" di Jean-Jacques Annaud, "C'era una volta in America" e "C'era una volta il West" di Sergio Leone, "Uccellacci e uccellini", "Il vangelo secondo Matteo", "Mamma Roma" e "Accattone" di Pier Paolo Pasolini, "La vita è bella" di Roberto Benigni ma anche del primo film a colori italiano "Totò a colori" di Steno. Per Carlo Di Palma è doveroso ricordare "Identificazione di una donna", "Blow-up" e "Deserto rosso" di Michelangelo Antonioni, "Tragedia di un uomo ridicolo" di Bernardo Bertolucci e gran parte dei film di Woody Allen, e ancora "Divorzio all'italiana" di Pietro Germi, "L'armata Brancaleone" di Mario Monicelli, "Dramma della gelosia, tutti i particolari in cronaca" di Ettore Scola.

Importantissimo il contributo all'affermazione della fotografia italiana nel mondo di Gianni Di Venanzo che secondo Michelangelo Antonioni "Aveva innato il senso della illuminazione" e che per Francesco Rosi "È stato uno dei più grandi operatori che ci siano mai stati. La sua personalità, la sua possibilità di rendere umano e vivo un ambiente erano notevolissime, aveva il gusto di correre sempre il rischio di sbagliare...", "Gianni non si tirava mani indietro. Molte volte gli operatori hanno il terrore di rischiare. Gianni lavorava sempre sul rischio!". Ricordiamo i suoi lavori più significativi: "Otto e mezzo" e "Giulietta degli spiriti" di Federico Fellini, "L'eclisse" e "La notte" di Michelangelo Antonioni, "I soliti ignoti" di Mario Monicelli e "Salvatore Giuliano" di Francesco Rosi; ricorda Carlo Di Palma:"Io sono stato proprio l'allievo di Gianni Di Venanzo, il mio grande maestro, cui devo tutto quello che so fare".

Otello Martelli tra i più rappresentativi maestri italiani ha firmato la fotografia di "La dolce vita", "La strada" e "I vitelloni" di Federico Fellini, "Paisà" di Roberto Rossellini. Per Pasqualino De Santis ricordiamo "Romeo e Giulietta" di Franco Zeffirelli, Oscar, e "Morte a Venezia" di Luchino Visconti. Infine Dante Spinotti che con "Heat-La sfida", "The Insider" di Michael Mann e "L.A. Confidential" di Curtis Hanson, ha collezionato ben tre Nominations senza vincere neanche un Oscar. A tutt'oggi gli unici italiani premiati con l'Oscar sono stati Storaro con tre statuette e De Santis con una.


In campo internazionale ricordiamo l'americano Gregg Toland responsabile per le straordinarie luci e immagini di "Quarto potere (Citizen Kane)" di Orson Welles; ricordato da Hollywood clamorosamente soltanto con la Nomination. "Quarto potere" è un'opera innovativa e rivoluzionaria anche e soprattutto per l'avanguardistico lavoro di Toland che ha lavorato anche per un altro film cardine della storia del cinema: "Furore" di John Ford; ricordiamo inoltre "La voce nella tempesta" conosciuto anche come "Cime Tempestose" di William Wyler, premiato con l'Oscar, e altre quattro memorabili opere che hanno ottenuto tutte la Nomination: "I miserabili" di Raymond Bernard, "Intermezzo" di Gregory Ratoff, "Strada sbarrata" di William Wyler e "Viaggio senza fine-Lungo viaggio di ritorno" di John Ford.

Jack Cardiff, inglese, premio International ASC nel 1994, non è solo uno straordinario autore della fotografia ma anche un cineasta di valore. Ricordandolo per la fotografia è doveroso citare "Scala al Paradiso" di Michael Powell in cui il mondo reale è girato a colori ed il paradiso in bianco e nero, nonostante al regista avesse dichiarato di voler fare l'esatto contrario: "Io penso che il Paradiso sia a colori, e la terra in bianco e nero", pellicola piena di invenzioni visive diretta dalla coppia Michael Powell, Emeric Pressburger. Per la regia di Alfred Hitchcock invece, Cardiff ha illuminato "Il peccato di Lady Considine" e "Nodo alla gola" che si caratterizza per uno straordinario piano sequenza girato in una casa con quindici stanze, per cui la fotografia ha dovuto uniformare ben cinquecento inquadrature senza stacchi; Cardiff ha inoltre lavorato per alcuni dei film inglesi più costosi come "Cesare e Cleopatra" di Gabriel Pascal, "Narciso nero", premio Oscar di Michael Powell e Emeric Pressburger, "I Vichinghi" di Richard Fleischer con una decisamente credibile fotografia in Technirama, "Fanny" di Joshua Logan e "Guerra e pace" di King Vidor, entrambi Nominations.

L'americano Leon Shamroy è in assoluto tra i registi della luce più premiati: "Il pianeta delle scimmie" di Franklyn J. Schaffner, e "Cleopatra" di Joseph Leo Mankiewicz, dalle scenografie straordinariamente grandiose, premio Oscar per questo kolossal che ha fatto quasi fallire la Fox. Nello stesso anno Shamroy ha avuto anche una Nomination per "The Cardinal" di Otto Preminger. "La tunica" del 1953, regia di Henry Koster, Nomination, è il primo film fotografato in Cinemascope; "Femmina folle" diretto da John M. Stahl, premio Oscar alla straordinaria fotografia, "Il cigno nero" regia di Henry King ancora Oscar, più svariate altre Nominations.

Robert Surtees basterebbe ricordarlo per la sola direzione fotografica di "Ben Hur" di William Wyler premiato con l'Oscar; ma ha anche firmato "Le miniere di re Salomone" di Compton Bennett, "Il bruto e la bella" di Vincente Minnelli, entrambi Oscar, e "Quo Vadis?" di Mervyn LeRoy. Un'incredibile serie di Nominations sono il segno del rispetto che si è meritato tra i colleghi per lavori come "Oklahoma!" di Fred Zinnemann, primo film in Todd-AO, "Gli ammutinati del Bounty" di Lewis Milestone, "Il laureato" di Mike Nichols, "Il favoloso dottor Dolittle" di Richard Fleischer, "Quell'estate del '42" di Robert Mulligan, "L'ultimo spettacolo" di Peter Bogdanovich, "La stangata" di George Roy Hill, "Hindenburg" di Robert Wise, "È nata una stella" di Frank Pierson, "Due vite, una svolta", di Herbert Ross e "Lo stesso giorno, il prossimo anno" di Robert Mulligan.

L'inglese John Alcott è direttore della fotografia e premio Oscar per: "Barry Lyndon", straordinario lavoro dove tutti gli interni sono stati ripresi soltanto a lume di candela, ma anche "Arancia meccanica", "2001 Odissea nello spazio" e "Shining", tutti diretti da Stanley Kubrick.

Per John Toll ricordiamo le direzioni fotografiche di pochi ma magnifici film: "La sottile linea rossa" di Terrence Malick, Nomination e premio Outstanding dell'ASC, "Braveheart-Cuore impavido" di Mel Gibson, premio Oscar e Outstanding ASC, "L'uomo della pioggia" di Francis Ford Coppola, e "Vento di passioni", Oscar, di Edward Zwick.

Del polacco Janusz Kaminski ricordiamo "La lista di Schindler" e "Salvate il soldato Ryan" ambedue Oscar e "Amistad", Nomination, tutti diretti da Steven Spielberg.

Menzione particolare per il veterano Freddie Francis, inglese, premio International ASC nel 1998, "Figli e amanti" di Jack Cardiff e "Glory-Uomini di gloria" di Edward Zwick, entrambi premiati con l'Oscar, "The Elephant Man" di David Lynch e la sua una straordinaria fotografia in bianco e nero, "Dune" ancora diretto da Lynch e "Cape Fear-Il promontorio della paura" di Martin Scorsese.

Famosissimi due film fotografati dall'ungherese Làszló Kovács: "Easy Rider-Libertà e Paura" di Dennis Hopper e "Paper Moon (Luna di carta)" di Peter Bogdanovich con una superlativa fotografia in bianco e nero, ma anche "Nikita-Spie senza volto" di Richard Benjamin.

Così come sono famosissimi anche i film fotografati dall'inglese Freddie Young, premio International ASC nel 1993: "Il Dottor Zivago" e "Lawrence d'Arabia" girato in 70 mm, entrambi diretti da David Lean e premiati entrambi con l'Oscar, "La figlia di Ryan" di David Lean, ancora premio Oscar, infine "Nicola e Alessandra" di Franklin J. Schaffner e "Ivanhoe" di Richard Thorpe, tutti e due Nominations.

Alcune tra le opere più ermetiche di Jean-Luc Godard sono state fotografate magnificamente dal francese Raoul Coutard, premio International ASC nel 1997; ricordiamo allora "Fino all'ultimo respiro", "Prénom Carmen", "Il disprezzo", "Les carabiniers", "Le Petit soldat", "La donna è donna", "Bande à part" di Jean-Luc Godard, più "La confessione" di Constantin Costa-Gravas.

Straordinarie le immagini di Gabriel Figueroa, messicano, premio International ASC nel 1995, di cui ricordiamo "La perla" di Emilio Fernández, "La notte dell'iguana" di John Huston, Nomination, "L'angelo sterminatore" e "Intolleranza: Simon del deserto" di Luis Buñuel.

Per il francese Claude Renoir solo "Il fiume" di Jean Renoir, zio di Claude, basta per annoverarlo tra i grandi maestri.

Tra gli autori della fotografia più autorevoli c'è l'australiano Robert Krasker che ha firmato parecchie opere importanti come "Il terzo uomo", Oscar e "Un buon prezzo per morire" di Carol Reed, "La caduta dell'impero romano" e "El Cid" di Anthony Mann, "Alessandro il Grande" di Robert Rossen, "Giulietta e Romeo" di Renato Castellani e "Senso" di Luchino Visconti, per il quale Krasker ha sostituito insieme a Rotunno, G.R. Aldo morto durante le riprese.

Il francese, Henri Alékan, premio International ASC nel 1996, ha fotografato stupendamente "Il cielo sopra Berlino" e "Lo stato delle cose" di Wim Wenders; "Anna Karenina" di Julien Duvivier; "Vacanze romane" di William Wyler, Nomination (co-fotografato con Franz Planer), ma soprattutto "La bella e la bestia" di Jean Cocteau e "Operazione Apfelkern" di René Clément.

Impossibile non ricordare le stupende immagini di Gordon Willis, premio Lifetime ASC nel 1995, di "Zelig" di Woody Allen e "Il padrino parte III" di Francis Ford Coppola, entrambi ricordati con la Nominations. Ma Willis è anche l'autore dei primi due episodi de "Il padrino", di "Interiors" e del superlativo bianco e nero di "Manhattan" entrambi di Woody Allen.


continua con la seconda parete .....


Di: Gabriele La Rovere

Fonte: Gabriele La Rovere

Pubblicato il: 04/11/2017 da Gabriele La Rovere

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