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PARACADUTISMO - parte 1°

il sogno di Icaro ¨ quasi... realtà ! Dalla caduta libera... al volo planato.


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Appuntamento

Un paracadutista lanciato in caduta libera, è riuscito dopo un volo planato e senza l'ausilio di nessun mezzo tecnico (senza paracadute!), a rientrare, più il là... nello stesso aereo! <br><br> È Patrick de Gayardon, l'Icaro del terzo millennio! Francese, classe 1960, tra l'altro detentore anche del primato mondiale di lancio in caduta libera senza respiratore ad ossigeno: il 14 novembre del 1995, nei cieli di Mosca si è lanciato da uno Ilyushin 76 da 12.700 metri. Ma facciamo un po' di storia; racconta il mito: Dedalo, architetto ateniese, inventore e artista geniale, costruì una giovenca di legno e cuoio affinché la regina cretese Pasifae potesse accoppiarsi con il toro bianco, dono di Poseidone. Nacque il Minotauro, orrenda creatura mezzo uomo e mezzo toro. Per imprigionarlo, Minosse re di Creta e marito di Pasifae, fece costruire da Dedalo, a Cnosso presumibilmente nel XVI sec. a.C., il famoso palazzo a forma di labirinto; l'eroe Teseo, destinato ad essere sacrificato al Minotauro con altri 13 giovani, con l'aiuto della figlia di Minosse, innamorata perdutamente di lui, Arianna, e del suo famoso filo, uccise il mostro e uscì dal labirinto come Dedalo aveva consigliato. Quest'ultimo, per punizione, fu rinchiuso da Minosse nel labirinto insieme al figlio Icaro. Dedalo con un inganno costruì due paia di ali incollando penne di uccello con cera, quindi fuggì volando con il figlio. Icaro, desideroso di librarsi in volo il più in alto possibile per sfidare il limite umano, si avvicinò troppo al sole, la cera si fuse e morì cadendo in mare. Sempre secondo la leggenda, Dedalo raggiunse volando l'Italia. Da allora chiunque si sia cimentato in: "un'impresa orgogliosa e vana che abbia infelice esito", si è dovuto confrontare con la figura non solo mitologica, ma soprattutto filosofica di Icaro. <br><br> In epoca moderna, la ricerca tecnologica ha seguito due strade: tentare il volo battendo le ali come un uccello, o planare per mezzo di ali fisse, come un aliante. Le prime ricerche sistematiche furono di Leonardo (ma anche i cinesi si diedero da fare) che, intorno al 1500, progettò macchine volanti fantastiche ed intuì il concetto del paracadute, la terza strada, un'idea completamente innovativa rispetto al mitico volo d'Icaro, da tutti sognato. Da allora un manipolo di temerari ha tentato l'impresa con delle ali battute a forza, ma in verità sono riusciti al massimo a planare. Gli arditi dell'aria si buttavano da torri, palazzi e ponti ma anche mongolfiere. Tanti moderni Icaro morirono schiantati; altri più furbi cadevano in acqua e qualcuno che non aveva fatto bene i calcoli si schiantò contro un battello, è il caso del marchese De Baqueville che nel 1742 fu artefice del primo volo con ali applicate alle braccia. Qualcuno si ruppe le gambe e qualcun'altro a malapena uscì vivo. Il paracadute a calotta, per come noi lo conosciamo, tutt'ora usato dai militari, è stato inventato dai fratelli francesi Garnerin, il 22 ottobre del 1797. Audaci come pochi, si buttarono da 700 metri su Parigi tagliando le funicelle della loro mongolfiera e atterrando con la navicella sostenuta da un paracadute. Altri, più arditi, lanciandosi da 3000 metri con ali "alla Icaro", planavano fino a 600 e poi aprivano il paracadute per atterrare; il più famoso fu l'americano Clem Sohn, soprannominato l'uomo uccello: usava ali di tela steccate dai polsi fino alle caviglie; morì nel 1937 durante un esibizione. Questa doppia soluzione, prima volo planato e poi atterraggio con il paracadute, andò di moda per parecchio tempo. Il primo a calotta tonda, ripiegato in uno zaino e imbracato con il corpo, però, fu quello di Stivens del 1908. Più tardi, studi sistematici, lo trasformarono in dispositivo di salvataggio per aerei e accessorio bellico delle truppe d'assalto e, soltanto nel 1951 a Bled, in Yugoslavia si tennero i primi campionati del mondo di paracadutismo sportivo.


Di: GABRIELE LA ROVERE

Fonte: http://www.1aait.com/larovere

Pubblicato il: 11/01/2004 da Gabriele La Rovere

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